Una folla di donne e di uomini ha risposto alla chiamata del Coordinamento Marche Per la Palestina, dando vita ad un corteo variegato, vivace e rumoroso che, oltre a vari slogan esibiti in striscioni e cartelli ed urlati dagli altoparlanti, si è raccolto numerose volte al grido di Free Palestine – Palestina Libera, per dire no al genocidio che il governo sionista di estrema destra sta perpetrando nei confronti del popolo palestinese.
Mentre anche iscritti del nostro partito sfilavano con le proprie bandiere accanto ad una nutrita rappresentanza di associazioni e movimenti, da Gaza continuavano a giungere notizie di carneficine di civili che non lasciano più alcun dubbio circa l’obiettivo del governo Netanyahu supportato dall’alleato statunitense, che è quello di ricattare i gazawi con le bombe e la riduzione alla fame, per indurli ad abbandonare la propria terra e trasformare la Striscia in una ridente perla balneare costruita sul sangue.
Anche nella giornata di domenica, infatti, dopo aver appreso che un ospedale battista a Gaza è stato preso di mira dall’esercito israeliano, venivano diffuse le immagini di un bombardamento di un punto di distribuzione della farina, in un’escalation di brutalità che ha visto susseguirsi in questi lunghi mesi di sterminio di massa eventi quali il deliberato bersaglio di ambulanze con i lampeggianti accesi o l’uccisione di numerosi giornalisti.
Di fronte a questo genocidio e alle sconvolgenti cifre di uomini, donne e bambini assassinati, i popoli del mondo devono continuare a far sentire le proprie voci, come nella manifestazione di ieri pomeriggio, per farle giungere all’attenzione dei media che, pur spesso occupati a silenziare le richieste di pace espresse, se quelle voci diventano insistenti ed intense, non possono fare a meno di ascoltarle.
Compito del PCI è quello di porsi come interlocutore di quelle richieste di pace ed agire come soggetto attivo nel mobilitare le forze popolari più autentiche, continuando a scendere in piazza e a farsi riconoscere con i propri simboli, in ogni città ed accanto a tutte quelle realtà politiche che pongono la questione della pace come primo punto del proprio programma.