Al Dipartimento Lavoro del Partito Comunista Italiano,
Cari compagni del Dipartimento Lavoro del PCI, la nostra può sembrare una delle tante vicende
scaturite dalla crisi sul nostro territorio, ma basta approfondire solo di poco per comprendere la
complessità del raggiro in cui siamo incappati in duecentocinquanta, dietro documenti firmati da
tutte le istituzioni e dai nostri rappresentanti che portavano il nome di “ricollocazione.”
Purtroppo in un percorso che nasceva per essere virtuoso, per ridare nuova linfa al territorio e a
persone che erano in un’azienda in stallo, la Jabil che oggi sta visitando, in cicli alternati di cassa
integrazione da un ventennio, si sono infilati speculatori della peggiore specie che in maniera
incontrollata hanno fatto delle persone a cui dovevano ridare un futuro, per cui avevano preso
ingenti incentivi privati e pubblici, vera e propria carne da macello.
Dal 2018 al 2020 Softlab ha assunto personale da Jabil per ricollocarlo nelle attività di Caserta prima
e poi per una fantomatica fabbrica a Marcianise mai nata. Softlab, attraverso questo accordo, ha
preso i nostri incentivi all’esodo, soldi che sarebbero stati nostri se fossimo andati via a cercare
lavoro in terre più fortunate della nostra, la cifra di tutto rispetto di 80mila euro per un totale di
quasi venti milioni di euro, investendo in un fitto in città, qualche scrivania presa da Ikea e un pc
portatile per dipendente.
In piena pandemia, dopo solo 13 mesi di avvio delle attività su Caserta, mentre le molte società che
davvero erano impegnate seriamente nel settore IT prosperavano, la nostra azienda, che in realtà
aveva portato sino ad allora lavoro solo per pochi, dichiarava di aver bisogno della CIG COVID e da
allora non ne siamo usciti più. Incontrollatamente sono stati dati ammortizzatori, altri fondi statali
da INVITALIA, a marzo 2023, per 12 milioni di euro, senza mai assicurarsi che questi
venissero realmente investiti per noi, nonostante i solleciti continui nelle sedi preposte del
MIMIT, in cui i nostri rappresentanti illustravano la situazione disastrosa, con un imprenditore che
ad un certo punto ha cominciato a non pagare più gli stipendi.
Siamo stati dati in pasto ad uno sciacallo: chi aveva mutui si è visto protestare dalle banche, chi
pensava di avere un contratto a tempo indeterminato si è trovato senza gli emolumenti e ad essere
insolvente! Ha stravolto il futuro e la vita di tutte le famiglie coinvolte… Ma oggi pare che a nessuno
interessi evitare la tragedia occupazionale che grava come un macigno sulle nostre famiglie, né
rimediare al grave danno procurato da quella che è una evidente truffa, di una vertenza che viene
accomunata con miopia “selettiva” alle tante crisi presenti sul territorio e a cui non si vuol dare il
giusto nome di TRUFFA ai danni di lavoratori, padri e madri di famiglia, che oggi attendono gli
ultimi mesi di CIG per cessazione prima di finire in strada.
Dopo 25 anni di lavoro prestato a multinazionali che hanno lucrato sul nostro territorio oggi non
siamo più figli di nessuno, eppure è Jabil che ci ha acquisiti da Marconi, Ericsson, Siemens… la
stessa che ci ha invitato ad andare con fiducia verso questo sciacallo che altro non doveva fare che
lavare i suoi panni sporchi, la stessa azienda che oggi non riconosce le sue responsabilità, come tutti
gli altri.
Noi non chiediamo altro che un percorso che riconosca la nostra storia, i nostri sacrifici, i raggiri che
ci hanno portato qui oggi, e ci aiuti a tornare nel tessuto produttivo proprio del nostro background.
Confidiamo nel vostro supporto.
I lavoratori Softlab Tech e Tech Rain